N. 11 del 1/7/1998



Fiori d'arancio
di S. C.


Internet e la TV. Qualcuno una volta ha definito l'essenza di Internet dicendo, se ben ricordo, che la Rete avrebbe "il corpo di un quotidiano e l'anima della TV". Qualunque cosa intendesse dire, non è una definizione del tutto campata in aria e sembra alludere a una qualche forma di sovrapposizione.

Eppure, se si pensa ai due mezzi, le differenze balzano agli occhi. Internet è qualcosa di cui tutti parlano, ma pochi conoscono, e che pertanto pretende l'azione ed esercita la perseveranza. Il PC va scelto, il provider pure: tra tanti, tutti uguali e tutti diversi. E che dire dei servizi? Posta elettronica, World Wide Web, fin qui tutto bene (più o meno). Ma poi ci parlano di newsgroup, di chat line, e persino di un fantomatico "spazio Web" (che sarà mai?) e di cui potremmo usufruire (e come?). E poi il modem, che va configurato, e i programmi, che sono tanti, che cambiano, che bisogna tenere aggiornati. E quando finalmente la connessione c'è, implacabile avanza è l'interrogativo: e ora dove vado? a chi scrivo? cosa faccio?

Con la TV siamo cresciuti. La TV, negli anni '50, "ha fatto gli italiani". Il televisore si eredita, ce lo si passa, lo si compra all'angolo e si prende lo stesso che ha il vicino, il collega, l'amico. Si accende in quattro e quattr'otto e i canali sono là, tutti noti, tutti prevedibili, con la loro guida sul giornale del mattino. Niente fatica, nessun dolore.

E poi la TV si guarda insieme, con gli amici, in famiglia, una volta persino al bar, a precorrere il maxischermo in piazza. E quando si è soli… finalmente il divano è nostro!

Ma Internet no. Internet la si "guarda" in silenzio, abbarbicati su un improbabile scranno ergonomico, mettendo a rischio i propri affetti (che dal salotto, proprio davanti alla TV, ci esortano a raggiungerli), sempre e comunque in solitudine e tardi, tardi la sera. Eppure così liberi: di esplorare, di conoscere, di sperimentare.

Insomma, ci sono buone ragioni per attendersi che, presto o tardi, Internet e TV approdino a liete nozze, proprio perché, così diverse, hanno bisogno l'una dell'altra. E sarà, come sempre, un matrimonio d'interesse.



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